Sono passati dieci anni dal decreto legge 99/2009, ma per il Governo ancora non è chiaro come fare richiesta di autorizzazione per installare un impianto geotermico a bassa entalpia.

Stiamo parlando di un impianto di climatizzazione degli edifici che può sostituire completamente un sistema tradizionale, sfruttando lo scambio termico con il sottosuolo superficiale, per mezzo di una pompa di calore, utilizzando fluidi estratti dal sottosuolo con una temperatura inferiore a 90° C, grazie ad una sonda verticale o con collettori orizzontali.

Ora sembrerebbe che il MiSE stia predisponendo in tempi brevi uno schema di decreto, così come indicato dal decreto legislativo n. 28 del 2011, che andrà a stabilire i casi in cui si applicherà la procedura abilitativa semplificata e le prescrizioni per la posa in opera di questi impianti. A tal fine il Ministro dello Sviluppo Economico ha istituito un gruppo di lavoro che ha delineato un testo base con i principi per tale decreto.

Affinché si possa rispondere ai più alti standard tecnologici esistenti si è esaminata nel dettaglio la rispondenza, rispetto alle finalità del decreto, della normativa tecnica elaborata dall’UNI, l’Ente italiano di normazione, nella quale, in particolare, vengono definiti i criteri per l’installazione, il dimensionamento e la progettazione dei sistemi geotermici a pompa di calore oltre che i requisiti ambientali.

Il prossimo decreto costituirebbe un’occasione per procedere al riordino normativo sugli impianti geotermici a bassa entalpia e ciò richiederà anche un confronto con i provvedimenti già emanati in materia dalle Regioni.

Molti operatori tuttavia auspicano che questo prossimo provvedimento non renda invece più complicato l’iter autorizzativo, come spesso accade in Italia quando si va a mettere mano a certe normative. In effetti già ora per gli impianti a circuito chiuso (quelli che non vanno a incidere sulla falda) la procedura autorizzativa è affidata ad una semplice Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA).

Secondo alcune stime, una pompa di calore geotermica da 10 kW, adatta a soddisfare il riscaldamento invernale di un appartamento di 120 metri quadri a Milano, consente un risparmio annuo dei costi del 40% rispetto al gas metano, del 50% rispetto al Gpl, del 66% rispetto al gasolio. Maggiore è la convenienza se l’impianto viene utilizzano anche per il condizionamento estivo. I costi sono sicuramente più elevati, ma si potrà usufruire anche quest’anno della detrazione fiscale del 65% e ovviamente anche il conto termico.

Si stima che nel mondo siano installate oltre un milione di pompe di calore geotermico a bassa entalpia, per oltre 13 GW di potenza. Forse, ma il dato non è certo, in Italia ce ne sarebbero operative quasi 15mila, per il fabbisogno di circa 50mila nuclei familiari.