Il fotovoltaico conviene, anche senza incentivi. E’ questa la novità emersa dagli studi che sono stati condotti, negli ultimi mesi, e che hanno evidenziato come gli impianti in autoconsumo, dei grandi poli industriali, permettano un notevole risparmio. Del tema si discuterà nell’ambito della XII edizione di EnergyMed, in programma alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 28 al 30 marzo, con i dati diffusi da Italia Solare.

Per un grande impianto in autoconsumo da 300 kilowatt c’è una producibilità attesa di 450.000 chilowattora all’anno, di cui 87% usati per l’azienda e il resto immesso in rete. Si ha, così, un risparmio medio di € 92 l’anno a chilowattora: cifre altissime, quasi 40 milioni di euro, che compenserebbero in soli tre anni e mezzo l’investimento per un impianto così grande. In caso di approvazione degli incentivi, che sono nella bozza del decreto F.E.R. (Fonti Energetiche Rinnovabili), il risparmio salirebbe a € 155 l’anno a chilowattora, utilizzando però in quel caso solo il 50% dell’energia prodotta in autoconsumo.

Dai dati emerge quindi che grazie alle nuove tecnologie e all’alta redditività dei nuovi impianti, il solare ha ormai raggiunto la “grid parity”, cioè porta soldi in tasca a chi investe anche senza incentivi pubblici.

L’energia solare è un perno degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, e dovrà quindi essere sviluppata sia sui grandi impianti industriali che su quelli domestici.

Il fotovoltaico oggi non ha bisogno di incentivi ma di un contesto legislativo e di regole di mercato che siano chiare, lungimiranti e che tengano di conto dei costi di generazione delle varie tecnologie nonché il loro impatto ambientale.

Gli esperti prevedono un ulteriore sviluppo dell’energia solare in Italia, dove sono installati oltre 19,60 GW di impianti fotovoltaici che hanno generato nel 2017 24,4 TWh, coprendo il 7,8% della domanda elettrica, l’8,4% della produzione interna e il 23,5% di quella da tutte le fonti rinnovabili.